Prosecco cocktail

Sparkling wine cocktails

Il mondo dei cocktails è molto variegato e ricco, con una storia importante ormai centenaria. Era la fine dell'Ottocento infatti quando negli Stati Uniti si iniziarono a miscelare i primi distillati per ottenere delle bevande diverse e spesso colorate, da cui sembra derivi il nome stesso cocktail, ovvero coda di gatto, generalmente appunto colorata e pittoresca. Dai primi incerti esperimenti si passò nell'arco di pochi decenni ad una vera e propria arte del miscelare, con i suoi protagonisti, barman famosi che fecero epoca, come molti dei locali in cui lavoravano.

E non vi furono solo i distillati ad essere miscelati, ma anche i vini in alcuni che sarebbero poi divenuti dei cocktails molto famosi, specialmente in aperitivo.

A questa categoria appartengono gli Sparkling Wine Cocktails, una serie di creazioni fatte a partire dai vini spumante, gli Sparkling Wines appunto in inglese, che oggi sono una componente molto importante nella mixologia (mixology in inglese) italiana e francese, e in parte in quella anglosassone.

La lingua inglese resta molto presente nella terminologia del bar, in quanto per lunghissimo tempo sono stati proprio gli americani ad essere i più grandi consumatori.

Agli italiani invece spetta il ruolo di migliori barman, sempre con gli amici d'oltreoceano, del mondo per lunghissimo tempo. Questo perché proprio gli italiani, grazie al fortissimo turismo americano di tutto il Novecento, seppero interpretare al meglio i gusti dei consumatori americani in visita alle città d'arte come Roma e Venezia ad esempio.

Se molta terminologia riguardante il bar è infatti inglese, molti dei nomi dei cocktails, in particolare tra i 60 internazionali codificati, sono italiani. Non è questo un caso in quanto inventati spesso o in Italia o da barman italiani, come il Negroni, il Martini (anche se il nome in questo caso sembra derivare dal bicchiere usato), il Bellini o l'Americano appunto.

Se inizialmente lo spumante utilizzato era esclusivamente lo Champagne, e in Francia lo è ancora, in moltissimi posti, in particolare in Italia, il Prosecco ha preso lentamente il suo posto e gli Sparkling Wine Cocktails sono realizzati con spumante nostrano.

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Il capostipite Bellini

E proprio a Venezia comincia la storia degli Sparkling Wine cocktails almeno così come la conosciamo e come è documentata. C'è da dire che probabilmente in Francia veniva già realizzato il Kir Royal, ma non si hanno notizie certe come invece succede nel Kir.

Possiamo quindi affermare che il Bellini sia il capostipite degli Sparkling Wine Cocktails, e anche se originariamente creato con dello Champagne, oggi viene realizzato (ad eccezione dei posti di lusso) con del buon Prosecco italiano.

Il Bellini nacque in uno dei più famosi cocktail bar di lusso al mondo, l'Harry's Bar di Venezia, nato dalla mente di un famoso capo-barman, Giuseppe Cipriani che dopo una discussione nell'hotel dove lavorava si volle mettere in proprio nel 1931. In questo bar, oggi talmente famoso da essere stato dichiarato patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.

Fu lo stesso Cipriani a creare il Bellini nel 1948, il cui nome deriva dal suo colore rosa che ricordava dei dipinti del pittore Bellini. La ricetta prevedeva l'uso di Champagne, ma oggi anche Prosecco, mescolato con della polpa fresca e frullata di pesca bianca. Il commercio di questa polpa portò poi il Bellini anche all'Harry's Bar di New York e ovunque nel mondo, tanto che oggi oltre ad essere un grande classico è anche uno dei 60 cocktail internazionali e codificati riconosciuti dall'I.B.A., l'associazione internazionale dei barman che ha avuto quasi sempre dei presidenti italiani.


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Prosecco cocktail: Gli altri Sparkling Wine Cocktails

Dopo il Bellini sono molti gli Sparkling Wine Cocktails che nacquero dalla stessa base, cambiando solo la polpa di frutta utilizzata. Alcuni, come il Puccini e il Mimosa, fanno anche loro parte dei 60 internazionali I.B.A. Il Puccini prevede l'unione del Prosecco con del succo di mandarino spremuto fresco, naturalmente disponibile solo a fine estate inizio autunno. Il Mimosa, detto anche Buck's fizz, viene invece preparato con del succo d'arancia fresco.

Poi vi sono altri famosi cocktail con il Prosecco (o Champagne) che non fanno parte della lista I.B.A. ma hanno comunque sia conquistato gli appassionati. Il femminile Rossini ad esempio viene preparato con del frullato di fragole fresche mentre il Tintoretto sfrutta il succo di melograno. Meno famoso ma molto in voga a Milano è il Verdi, con del frullato di kiwi. Le proporzioni in questi cocktails dipendono in genere dalla frutta usata. Se si parla di polpa frullata, come per la fragola del Rossini o la pesca del Bellini, sono di una parte di frutta e nove parti di Prosecco, mentre per i succhi freschi, come il mandarino o l'arancia, si deve aumentare la quantità di succo fino a 1/3 lasciando i rimanenti 2/3 al Prosecco.

Tutti questi cocktails devono essere preparati rigorosamente con della frutta fresca di stagione, e mai con gli sciroppi. Al limite oggi si possono utilizzare delle puree appositamente prodotte, da congelare in freezer e poi utilizzare scongelate, ma sempre da frutta fresca.



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