Fiano di Avellino

La zona vinicola

La zona vinicola che include la posizione geografica della denominazione Fiano di Avellino corrisponde alla regione montuosa dell'Irpinia di cui la cittadina è appunto il capoluogo. Si tratta di una regione dalla topografia variegata, con al centro la famosa “conda di Avellino” circondata da montagne le quali però non ostacolano l'afflusso di venti caldi dalla costa, in particolare dal golfo di Salerno. Per questo, nonostante la natura impervia e aspra della montagna, la zona è classificata a clima mediterraneo, anche se chiaramente le temperature non possono essere quelle del litorale. Quindi restano abbondanti le nevicate in inverno, con temperature basse.

Si tratta di un territorio abbastanza esteso che ha una orogenesi comune al sud Italia dove gli Appennini nacquero dall'emersione del fondale marino a causa dello scontro tra la placca euroasiatica e quella africana. Lo scontro avvenuto in epoca preistorica succedette le numerose variazioni che l'antico bacino della Tetide, l'antenato del Mediterraneo, subì nelle varie epoche diversi cambiamenti che contribuirono a formare l'attuale struttura geologica. Questa comunque è strettamente legata all'antico fondale marino, e quindi prettamente calcarea per il deposito di numerose conchiglie fossili. Quindi sono presenti affioramenti originali della Unità del Vallone del Toro, risalente al peruodo Messiniano e originata appunto da un'intensa evaporazione dell'acqua marina che ha contribuito a formare le argille policrome e quelle miste ai gessi e naturalmente il calcare. Si mescolano anche marne in superficie. In profondità traviamo Flysch Rosso e poi Flysch Numidico. Sopra si è depositata quindi l'arenaria e le argilliti policrome. Le parti più superficiali sono miste anche a silicio e tufo, ottimi minerali per uve.

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I vitigni

Per questa denominazione il vitigno principale è chiaramente il Fiano che a volte viene tagliato anche con del Coda di Volpe, del Trebbiano Toscano e del Greco.

Il Fiano è molto antico e dovrebbe essere stato importato durante la colonizzazione greca che diede vita alla Magna Grecia. Non manca però l'ipotesi ligure, dovuta al trasferimento forzato di quelle popolazioni da parte dei Romani. Qualunque sia la sua origine comunque il Fiano è ormai da tempo un autoctono campano e viene descritto nel Bollettino Ampelografico del Regno di Napoli del 1800, presente non solo in Irpinia, ma anche nelle regioni limitrofe. In Puglia e Basilicata fu introdotto nel 1200 da Carlo II d'Angiò.

Oggi il vitigno si presenta con piccoli grappoli piramidali, serrati con acini ovali. Offre basse produzioni ma molto regolari, essendo un vitigno vigoroso e quindi ben adatto a superare le avversità. Ama infatti i terreni vulcanici ma si cresce con buona qualità anche in altri terreni non propriamente preferibili. L'Irpinia fornisce le escursioni termiche e le temperature ideali per la sua crescita, con i vigneti posti tra i 400 e i 700 metri di quota. Matura tra settembre e ottobre. I vini si realizzano spesso in purezza grazie alla grande qualità del vitigno. Sono vini pieni, dal corpo presente, buoni anche per l'invecchiamento. Un'evoluzione nelle tecniche di allevamento ha anche aperto la porta a una grande aromaticità del vino che all'olfatto oggi presenta ottimi fondi di frutta, pere in particolare, ma anche nocciole tostate e mineralità. Prima veniva usato solo per i vii dolci mentre oggi queste evoluzioni lo hanno portato ad essere tra i migliori bianchi secchi del sud. È un vino perfetto e dai tanti abbinamenti, capace di imporsi anche all'attenzione internazionale.


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Il Fiano di Avellino D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita Fiano di Avellino nasce dal decreto ministeriale del 18 luglio 2003 dopo essere stata per lungo tempo una DOC. Autorizza la produzione di soli vino bianchi che abbiano come vitigno base il Fiano per almeno l'85% dell'assemblaggio, a cui si possono aggiungere il Greco, il Coda di Volpe e il Trebbiano toscano per il restante 15%.

Sono trenta i comuni coinvolti nella produzione, tutti in provincia di Avellino, con il capoluogo compreso.

Le rese sono stabilita a 10 tonnellate per ettaro, con un grado alcolico naturale, una volta ottenuto il vino, di 11,00% vol.


I produttori

Sono moltissimi i produttori e tutti di grande qualità, per la vinificazione del Fiano. Ottimo il Fiano di Avellino Béchar di Cantine Antonio Caggiano, affinato in barrique per 6 mesi. Il vino ne acquista in belle profumazioni di vaniglia e tostature, con miele e pesca matura, fiori di zagara e melone. Caldo e sapido il gusto fruttato si ripresenta al palato. È ottimo per il risotto allo zafferano e porcini.

Ottimo anche il Fiano di Avellino di Colli di Lapio, paglierino a riflessi verdolini, con belle profumazioni alla nocciola, alla mela renetta e agli agrumi, con fondi di fiori di campo. Il palato è pieno e minerale, invitante. Ottimo con la sella di coniglio alle erbe.

Grande anche il Fiano di Avellino Campanaro di Feudi di San Gregorio, dorato, con frutta esotica e mango, pera e pesca, quindi ancora fondi tostati e miele. Grande sapidità e struttura, per il carpaccio di manzo all'aceto balsamico.




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