Ischia

La zone vinicola

La denominazione di origine controllata Ischia, è forse anche inutile precisarlo, coinvolge tutta l'omonima isola di Ischia, famosissima dal punto di vista turistico e naturalistico, un po meno per la produzione dei vini. Sappiamo anche già tutti che l'origine dell'isola è di natura vulcanica, con dei terreni che garantiscono alle uve gli elementi essenziali per la crescita, in particolar modo il potassio e altri minerali che regalano gusti caratteristici ai vini. Oggi esente da fenomeni eruttivi, Ischia è stata formata nell'arco di circa 150 mila anni da una serie di eruzioni che hanno dato vita alla struttura geologica presente oggi. Il nucleo centrale viene rappresentato dal Monte Epomeo, nato circa 130 mila anni fa, con una geologia tufacea verde, la cui colorazione fu determinata dalle varie immersioni ed emersioni marine che hanno caratterizzato la formazione dell'isola. L'isola conserva la forma classica vulcanica del cono, che sembra favorisca un clima invernale tiepido e classico del Mediterraneo. Chiaramente il clima è caratterizzato dai venti marini che battono i vigneti, scelti tra quelli resistenti alle correnti d'aria. In particolare l'isola viene influenzata per l'umidità che in inverno può arrivare anche al 63%. L'umidità poi a primavera si abbassa drasticamente, fino all'estate, quando il clima è quello classico che fece innamorare già i Romani che qui costruirono, imperatori compresi, numerose ville estive per rinfrescarsi in estate.

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I vitigni bianchi

I due vitigni bianchi sfruttati nella produzione degli Ischia bianchi sono il Forestiera e il Biancolella. Della Forastiera non si conosce l'origine ma il vitigno venne introdotto nell'Ottocento al tempo della grave crisi fillosserica che stava distruggendo i vitigni dell'isola. Il suo nome si deve proprio alla provenienza straniera. Oggi la Forestiera ha trovato nell'isola di Ischia la sua terra d'adozione anche se la si trova anche in altre aree della regione e sporadicamente in Sardegna.

Si presenta con dei grappoli medi a forma piramidale o cilindrica a spargolo. I chicchi sono molto pruinosi e fini nelle bucce. Il colore è giallo a riflessi verdi. Il vitigno giunge a maturazione nei secondi quindici giorni di settembre. Offre rese costanti e medio-alte, e si segnala con della vigoria alta e l'ottima resistenza alla fillossera, la motivazione che lo portò ad Ischia. Infatti poi si scoprì un vitigno ostico da coltivare, e senza la crisi fillosserica forse non sarebbe stata portata in Italia. Dopo la crisi infatti si cercò di estirparla, ma ormai quasi tutta l'isola era coltivata a Forestiera e i costi per il suo sradicamento sarebbero stati eccessivi. Oggi fornisce vini di buona qualità che però risentono delle annate, quando in alcuni casi è deludente. Si tiene sulle note floreali e fruttate di bianco, con bei gusti asciutti e freschi, ottimi per i crostacei.

Il Biancolella invece potrebbe essere corso, visto che nell'isola a nord della Sardegna viene allevato da molti secoli con il nome di Petite Blanche. Il salto dalla Corsica alla Campania sembra essere stato fatto molti secoli fa anche se il vitigno viene descritto solo dopo la metà dell'Ottocento. Sembra che in Corsica sia stato introdotto all'epoca della colonizzazione greca del VII secolo avanti Cristo. Lo si trova nelle province di Napoli e Caserta con buone superfici vitate, oltre ad essere molto presente ad Ischia. I grappoli sono medi e cilindrici, alati e compatti. Anche i chicchi hanno dimensioni medie e schiacciate dalla densità del grappolo. Il Biancolella ama i terreni poco fertili, vulcanici. Viene allevato con sistemi poco espansi. Produce bene e con costanza mentre resiste anche alle avversità ad eccezione della peronospora. Si vinifica sia in purezza che in assemblaggio, anche in versione spumante. Fornisce vini paglierini sfumati di verde, aromatico, floreale e fruttato. Il naso non è complesso e al palato ha un bell'equilibrio fresco-sapido per essere servito a tutto pasto. Perfetto per i primi al pesce anche saporiti, ma va bene anche con i formaggi freschi.


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L'Ischia DOC bianco

forastiera La denominazione di origine controllata Ischia vide la luce per decreto il 31 luglio 1973 per autorizzare la vinificazione di bianchi e rossi in tutta l'isola. Le basi ampelografiche sono per l'Ischia Bianco anche superiore o spumante a base di Forastera che deve essere presente dal 45 al 70%, e di Biancolella dal 30 al 55%. A queste si possono aggiungere gli altri vitigni bianchi autorizzati nella provincia di Napoli fino al 15%. Le due menzioni monovitigno Forestiera e Biancolella, queste devono avere l'uvaggio menzionato in etichetta per almeno l'85%.

Le rese delle uve devono essere al massimo pari a 10 tonnellate per ettaro, con i vigneti coltivati su terreni di origine vulcanica, sciolti e dotati di scheletro. Qui i terreni sono ricchi di pomice e scarsi in carbonato di calcio. Sono poco organici ma pieni di anidride fosforica e potassio.


Le aziende

Le aziende di Ischia possono essere riassunte nelle due principali e più conosciute: Casa d'Ambra e Il Giardino del Mediterraneo.

Iniziamo dall'Ischia Biancolella Frassinelli di Casa d'Ambra, un ottimo monovitigno paglierino a riflessi dorati con fantastiche profumazioni alla pesca e albicocca, con miele e fiore di zagara. Palato morbido, molto sapido e ricco. Ottimo con le linguine all'astice. Il suo Ischia Forastiera Euposia invece offre profumi di agrumi e mandorlo, con tocchi salmastri. Elegante ed equilibrato, è ottimo con il sauté di cozze.

Il Giardino del Mediterraneo produce l'Ischia Biancolella Il Giardino di Odette regala profumi salmastri e iodati, pieni di erba limoncella, glicine, miele e mele renette. Grande sapidità in ottimo equilibrio con la freschezza, perfetto per la coda di rospo con i carciofi.




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