Pollino

La zona vinicola

L'area di produzione del Pollino fa parte di una ristretta zona a ridosso dei confini orientali del Parco Nazionale del Pollino, nel nord della Calabria in provincia di Cosenza.

Il Massiccio del Pollino è tra i maggiori di tutto l'arco appenninico ed è costituito da varie montagne con un altitudine massima di circa 2200 metri sul livello del mare.

La natura delle rocce è di tipo calcareo e calcareo dolomitico, fortemente soggette a fenomeni di erosione e carsismo che ne cambiano continuamente l'aspetto.

Il massiccio è disseminato di grotte, doline, inghiottitoi e canyon scavati dai torrenti nel loro scorrere impetuoso dopo il disgelo conseguente all'ultima glaciazione.

Gli enormi inghiottitoi fungono da veri e propri raccoglitori-convogliatori di acque piovane che contribuiscono ad alimentare le copiose sorgenti presenti su tutto il territorio.

Il fenomeno del glacialismo è stato di fondamentale importanza per la conformazione del suolo in quanto i ghiacciai ritirandosi, hanno lasciato numerosi depositi morenici e abbandonato massi erratici di notevoli dimensioni. Il Massiccio del Pollino si impone come grande baluardo calcareo-dolomitico originatosi circa 200 milioni di anni fa quando, la Pangea l'unico continente, iniziava a dividersi in vari blocchi e tra questi si andava formando un ampio mare chiamato Tetide, sui cui fondali si accumulavano numerosi sedimenti costituiti soprattutto da scheletri calcarei di organismi marini che sarebbero andati a formare le rocce sedimentarie della catena appenninica e quindi del Pollino. Tutto lo spessore dei sedimenti si è trasformato originando le rocce calcaree e calcareo-dolomitiche nel corso dei milioni di anni.

Alla fine del periodo cretaceo, 70 milioni di anni, i blocchi continentali africano ed europeo cominciarono a riavvicinarsi ed a schiacciare i fondali di Tetide. Gli enormi spessori di roccia iniziarono a sollevarsi per formare le catene montuose delle Alpi e degli Appennini. Nei fondali della Tetide si depositarono sedimenti argillosi che costituiranno il flysch, un insieme di argille, marne, arenarie, che si ritrovano soprattutto nella zona orientale e settentrionale del Massiccio. Cinque milioni di anni fa circa, nel Pliocene superiore, l'area si distese provocando delle fratture nei massi rocciosi formando enormi blocchi, alcuni dei quali in seguito si sarebbero spostati per sprofondare e formare fosse e rilievi tettonici che oggi caratterizzano la forma vera e propria del Massiccio. Le fosse si sono trasformate in vallate percorse da fiumi o in conche occupate da laghi.

I ghiacciai con il loro lento movimento erosero le rocce disgregandole e trasportandole a valle. I detriti formati si accumularono formando le colline di materiale incoerente dette morene. I materiali morenici rivestono un ruolo di primaria importanza, soprattutto perché piuttosto rari in questo settore dell'Appennino.

La natura calcarea dei rilievi del gruppo montuoso del Pollino, a causa dell'azione chimica delle acque e dell'azione morfogenetica dei ghiacciai, ha portato alla formazione di numerose forme carsiche. Forme come lapies, doline, depressioni endoreiche e si trovano anche grandi depressioni carsiche che sono tipiche degli altipiani appenninici cioè i piani carsici. La peculiarità della zona è la struttura geologica molto differenziata. Questo fa si che i vigneti si estendano su terreni di origine calcarea, argillosa, marnosa o lavica.

La latitudine del Pollino pone l'area in un contesto climatico mediterraneo, umido e piovoso d'inverno, caldo e secco d'estate, ma alle medio-alte quote (sopra i 1500 m) il clima presenta caratteri temperato-oceanici, con frequenti acquazzoni estivi e inverni nevosi.

Uno scorcio del massiccio del Pollino

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I vitigni rossi

I colori del vino Anche per questo vino il vitigno a bacca scura protagonista è il Gaglioppo (localmente noto come Arvino, Aglianico, Aglianico di Cassano e Lacrima) e il Greco Nero, a cui si affiancano le altre varieta a bacca bianca Malvasia bianca (localmente noto come Verdana e Iuvarella), Montonico Bianco e Guarnaccia Bianca che generalmente sono utilizzate nel taglio per apportare aromaticità al vino.


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Il Pollino DOC rosso

La denominazione di origine controllata Pollino nasce per decreto ministeriale il 4 giugno 1975 per autorizzare la produzione solo di vini rossi nei territori comunali di Castrovillari, San Basile, Saracena, Cassano allo Ionio, Civita e Frascineto tutti in provincia di Cosenza.

La base ampelografica utilizzata è costituita dal Gaglioppo (localmente noto come Arvino, Aglianico, Aglianico di Cassano e Lacrima) per un minimo del 60% nell'assemblaggio a cui partecipano anche il Greco nero, la Malvasia bianca (localmente noto come Verdana e Iuvarella), il Montonico Bianco e la Guarnaccia Bianca, da soli o congiuntamente, in misura non inferiore al 20% con una presenza massima del 20% dei vitigni a bacca bianca.

Le rese massime sono fissate dal disciplinare a 11 tonnellate per ettaro e sono esclusi i vigneti di fondo valle e quelli di pianura. La gradazione alcolica minima naturale che le uve devono assicurare è di 11,50% vol.

Sono previste le tipologie Rosso e Rosso Superiore quando per quest'ultimo il vino è ottenuto da uve che assicurano un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 12,00% vol. e sia stato sottoposto ad un periodo di invecchiamento minimo di due anni a decorrere dal 1° Novembre dell’anno di produzione delle uve.

Il Pollino Rosso è di colore rosso rubino o rosso cerasuolo, con profumo vinoso e sapore asciutto, pieno e armonico.

Nel Superiore il colore assume un rosso rubino più o meno intenso, con profumo etereo e sapore asciutto, di corpo, vellutato, armonico. Sono ottimi vini per capretti arrosto, formaggi duri e primi piatti di pasta con sughi elaborati.


Le aziende

Il Pollino DOC viene oggi prodotto localmente da oltre 200 piccoli viticoltori, tra cui i Vignaioli del Pollino che coltivano su terreni franco-limoso-argilloso di bassa vigoria. Il Pollino Rosso Rubino, ottenuto dall'Aglianico e dal Magliocco, è un vino dai profumi di menta e frutti rossi, di tabacco, e dal sapore ampio e strutturato che hanno i vini di queste latitudini.

Ideale per capretto arrosto, maccheroni al pollino, formaggi duri e piatti di carne rossa in genere.

Dopo due anni d'invecchiamento in botte si ottiene il Ponte del Diavolo Superiore, un sontuoso vino per abbinamenti a base di costolette di agnello alla calabrese, carni bianche arrostite e piatti di formaggi e salumi regionali come caciocavallo silano stagionato, ricotta, capocollo, salsiccia e soppressata di Calabria.

Questo vino raggiunge i 13° gradi con un profumo piuttosto intenso e persistente, fruttato, con sentori di prugne e ribes ed un sapore secco, caldo, abbastanza morbido, corposo ed equilibrato.

Si consiglia una temperatura di servizio di circa di 16-18 °C.

L'Azienda Agricola Casalnuovo del Duca produce solo Pollino DOC nella sua linea che include, il Pollino Rosso da uve 100% Magliocco Canino (localmente noto come Lacrima o Aglianico)., raccolte a mano nella seconda decade di ottobre e vinificate e fermentate con macerazione delle bucce per una durata di 10 giorni circa a temperatura controllata di 25°. Il vino subisce poi un invecchiamento in barrique di almeno tre mesi e un affinamento in acciaio con completamento in bottiglia. Il colore è rosso rubino intenso con riflessi porpora. Al naso l'aroma è intenso, persistente, caratteristico, fruttato di lamponi, ribes. Il gusto vellutato, struttura notevole, caldo ed elegante.

Gli abbinamenti suggeriti sono per i primi piatti ben saporiti con ragù di agnello o capretto, carni rosse e cacciagione, pecorino stagionato. Si suggerisce una temperatura di servizio di 18°C – 20°C.

Il Pollino Rosso Montevecchio ha lo stesso assemblaggio e metodo di vinificazione del Rosso, ma l'invecchiamento è di almeno tre mesi in carati. Il colore è rosso rubino vivace, trasparente, con aroma fruttato di mora, frutti di bosco, intenso e caratteristico. Al palato il gusto è armonico, asciutto, leggermente tannico che con il tempo si affina al morbido. Si abbina con primi piatti al pomodoro, carni e arrosti, formaggi a una temperatura di servizio di 18°C.

Infine il Pollino DOC Boschetto, ancora con l'assemblaggio e l'invecchiamento del precedente ma con colore rosso cerasuolo e aroma intenso, ricco di eleganti note floreali. Al gusto risulta fresco, morbido e invitante con un grado alcolico di 12% vol., 1% più basso dei precedenti. Negli abbinamenti predilige i primi piatti a base di pesce o pomodoro, verdure, carni bianche, formaggi freschi.



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