Sardegna Semidano

La zona vinicola

La zona vinicola della denominazione Sardegna Semidano comprende una vasta area che coinvolge quattro provincia, le storiche e principali dell'isola, quella di Cagliari, Sassari, Nuoro ed Oristano. La zona è quindi molto vasta e fornisce risultati diversi a seconda del micro-terroir coinvolto nella produzione delle uve. Non possiamo quindi che dare un indirizzo generale alla geologia del territorio, facendo riferimento alla macroregione. Nella parte centrale l'isola vede una forte presenza di granito, dovuta alla lavorazione di antica origine vulcanica, che ad alte pressioni e temperature ha creato e poi espulso queste rocce. Ma se ci spostiamo in altre aree possiamo trovare forte presenza sia di argille che di calcare o sabbia. Quindi le uve si comporteranno in modo diverso nella vinificazione, ovvero cederanno diversi terpeni, ovvero aromatizzanti, al vino. Per questo ci si deve sempre riferire a delle caratteristiche generali che sono intrinseche nella qualità dell'uva, per poi riferirsi singolarmente al vino a seconda della zona di produzione. La Sardegna d'altra parte ha avuto un orogenesi simile, come il resto dell'Italia, là dove prima vi era l'antico mare della Tetide, che ha subito varie evoluzioni. Infatti il mare ha più volte cambiato aspetto, passando da un mare profondo e pulito ad uno molto salato e poco profondo. Questa situazione ha attuato quel processo comune a tutta l'Europa, che vede la geologia del territorio essere sempre abbondante in calcare, con alcune zone come la Puglia o il Carso, che hanno delle vere e proprie conformazioni esclusive con denominazioni peculiari.

Il clima della Sardegna influisce, a seconda della latitudine, sul comportamento delle uve. Anche se possiamo parlare ovunque di clima mediterraneo, chiaramente la grandezza dell'isola porta a delle differenze tra il nord, più freddo, e il sud. Quindi potrebbero esserci anche dei lievi scarti di maturazione oltre che di crescita vegetativa.

La denominazione del Sardegna Semidano inoltre fa affidamento quasi esclusivamente sull'omonima uva, di antico lignaggio.

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I vitigni

Il Semidano è il vitigno quasi esclusivo di questa denominazione, raramente sfumata con altre uve. Si tratta di un antico vitigno, di cui non si conosce la primaria origine anche se si sa presente in Sardegna già ai tempi antichi dei Fenici, primi dominatori storici dell'isola. Si presuppone che sia giunto nell'isola attraverso i porti di Karalis e Nora, ma non se ne capisce la provenienza. Da quei porti il vitigno si è diffuso dapprima nel Campidano, e questo avvalorerebbe la teoria. Inoltre in questa area il vitigno è stato sempre molto presente fino alla metà dell'Ottocento, quando la famigerata epidemia di fillossera che mise a rischio di estinzione i vitigno europei, minò profondamente la sopravvivenza anche del Semidano. In particolare questo vitigno si è dimostrato anche più sensibile della media , aggravando così la situazione. Una volta scampato il pericolo i viticoltori ebbero comunque premura di reimpiatare il Nuragus, lasciando al Semidano un ruolo molto marginale rispetto al passato, che lo vide tesoro di conquista tra Fenici e Romani e come uva principale per la popolazione nel medioevo e nel rinascimento. Il Nuragus è infatti più produttivo e resistente rispetto al Semidano, a cui sono oramai affidati pochi ettari sparsi, per lo più nel Campidano, terra originale, anche se le coltivazioni moderne riguardano più la parte nella provincia di Oristano. Oggi comunque i metodi di allevamento ne hanno aumentato le rese, che sono ora nella media, ma che restano irregolari, specialmente a causa delle sue sensibilità, in particolare alle crittogame. Si adatta bene a qualsiasi condizione climatica e di terreno, pur preferendo la pianura e il calcare. Qui riesce infatti a farsi vinificare più potente ed aromatico, ma cresce bene anche con l'argilla, elemento che ha dimostrato di gradire. Il Semidano ha avuto degli ottimi sviluppi negli ultimi anni, con buone vinificazioni che hanno ottenuto dei riconosciuti da parte degli addetti ai lavori.

La sua vinificazione viene svolta sia in purezza che in collaborazione con altre uve, per migliorarne la qualità nel caso non sia coltivato sui suoi terreni preferiti. In questo caso si riescono a produrre vini di grande eleganza, fini, paglierini tendenti all'oro. Il naso propone profumazioni floreali e fruttate, dove si evidenziano l'albicocca e la pesca bianca, seguite da altra frutta bianca e da toni aromatici come le erbe.


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La denominazione di origine controllata Sardegna Semidano

La Denominazione di Origine Controllata Sardegna Semidano nasce nel 1995 e prevede anche la sottodenominazione Mogoro. Il Semidano è il vitigno principale e secondo il disciplinare la sua presenza deve essere almeno del 85%. la produzione coinvolge per legge tutta la Sardegna, ma in verità è il solo Campidano che viene coinvolto nella produzione, nelle tipologie fermo, Superiore, Passito e Spumante. I vitigni non possono essere coltivati al di sopra dei 400 metri e le rese sono fissate a circa 13 tonnellate per ettaro per tutte le tipologie tranne che per la sottodenominazione Mogorio che le vede bloccate ad 11 tonnellate per ettaro. I vini si abbinano con i crostacei e le grigliate di pesce. Il superiore e il Mogoro è ottimo con l'aragosta, e i formaggi molli. Il passito con i dessert e i formaggi erborinati. L'abbinamento dello spumante invece vede il vino come aperitivo, con le grigliate e con i salumi.


I produttori

Segnaliamo l'azienda Il Nuraghe Cantina di Mogoro che produce il Sardegna Semidano Mogoro Anastasia puro e color oro antico. profumo alla nespola, albicocca e glicine. Con le crocchette di riso.




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