Moscato di Sorso-Sennori

La zona vinicola

La denominazione Moscato di Sorso-Sennori è stata istituita per coinvolgere esclusivamente la produzione nei soli comuni di Sorso e Sennori, in provincia di Sassari. Si tratta di una zona presso la costa, pianeggiante, che si affaccia sul golfo dell'Asinara. La zona è di notevole valore turistico e paesaggistico, ma nonostante questo la vite e gli ulivi sono qui coltivati da moltissimo tempo, grazie a terreni molto fertili e produttivi, tanto che la produzione di olive e uve è la principale risorsa economica dei due paesi limitrofi e poco distanti fra loro, quasi attaccati. La zona forma una sorta di anfiteatro che si snoda tra la valle e le colline circostanti, protagoniste della maggior parte delle coltivazioni, in quelle campagne già descritte come molto fertili. L'anfiteatro si trova a quasi 300 metri di quota. In particolare il paesino di Sennori si trova su una delle colline costituita geologicamente da tufo calcareo, materiale caratteristico della zona. L'approvvigionamento idrico è garantito dal fiume Silis, che attraversa la valle. Altre coltivazioni riguardano la produzione di carciofi e frutta in generale.

La formazione della Sardegna, tramite emersione dal fondale marino, ha avuto delle vicissitudini molto complesse, con varie epoche coinvolte a seconda dell'area geografica, con il meridione dell'isola emerso prima del settentrione. A nord, la zona interessata da questa denominazione, i principali fenomeni di formazione sono stati quelli tettonici ed eruttivi, che hanno contribuito alla natura vulcanica del terreno, geologicamente interessato dalla forte presenza di minerali, caratteristica di questo tipo di attività che espelle dal profondo della terra materiali incandescenti, spesso lavorati a pressioni altissime. Altre epoche hanno visto lavorare molto il territorio, tanto che si ritiene che l'attuale litologia si presenta spostata rispetto al passato, quando la Sardegna rappresentava un unico blocco continuo che partiva dalla Provenza passando dalla Corsica. Oggi ve ne sono tracce nella sutura tra le due isole.

Moscato

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Il Moscato

Il Moscato Bianco è l'uva protagonista di questa denominazione ma il disciplinare prevede anche un taglio, quasi mai eseguito, del 10% con le altre uve bianche autorizzate in regione.

Questo vitigno ha delle origini antichissime ed era ampiamente sfruttato già in epoca pre-romana, come uva di qualità per la produzione dei vini, oppure in tavola. Nella nostra penisola è diffusissimo, e concorre alla produzione di quasi tutti i bianchi del centro Italia. Il suo nome dovrebbe derivare dal latino ed indicherrebbe il muschio, profumo caratteristico dei suoi acini. Il vitigno è molto aromatico, particolarmente adattabile a tutte le tipologie di vino, specialmente per i vini dolci e gli spumanti. L'impiego varia spesso a seconda del tipo di terreno, dove quelli in grado di regalare più acidità forniscono le basi per le spumantizzazioni.

Si presenta con grappoli cilindrici o piramidali, dotati di ali e con dimensioni medie. Gli acini sono sferici, o medi, o grandi, con poca pruina e una buccia sottile, gialla con tendenza al dorato quando giunti a maturazione. Soffre in particolare l'umidità, quindi deve essere coltivato in terreni ventilati, poveri di argilla e di acqua stagnante. Per contro resiste benissimo alla siccità, e si coltiva bene su tutti gli altri terreni, dove offre produzioni abbondanti e viene allevato seguendo delle potature molto consistenti. Patisce l'oidio, la peronospora e il mal d'esca. I suoi vini sono intensi, profumati e dolci, grazie a concentrazioni zuccherine naturali notevoli. Perfetto per i vini da dessert, può essere abbinato sia con la pasticceria secca che cremosa. Come spumante serve bene i crostacei, i biscotti e i piatti di esce poco saporito.


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Il Moscato di Sorso-Sennori

Il decreto del presidente della repubblica datato 31 marzo 1972 istituisce la denominazione di origine controllata Moscato di Sorso-Sennori per la produzione delle tipologie di vino bianco "Moscato di Sorso - Sennori" o “Moscato di Sorso” o “Moscato di Sennori” bianco, liquoroso, passito e spumante. L'area di produzione è ristretta ai soli due comuni di Sorso e Sennori, e la base ampelografica prevede l'utilizzo del solo Moscato Bianco, anche se vi è la possibilità di un taglio al 10% con le altre uve bianche locali. Nella coltivazione è vietato l'allevamento a tendone e le rese sono limitate a sole 9 tonnellate per ettaro, con un grado alcolico naturale minimo da garantire del 14% vol. Solo gli spumanti possono essere lavorati e imbottigliati in tutta la regione, ma sempre con uve della zona. Il disciplinare autorizza anche un leggero appassimento.

Il Moscato di Sorso - Sennori bianco che ne deriva ha colore giallo dorato, dai profumi intensi e il palato dolce, vellutato. Il vino dolce invece sprigiona profumi di frutta matura e al palato è anche mielato. Il liquoroso risulta ancora più complesso, mentre lo spumante si presenta con una spuma fine ed evanescente, con profumi delicati, e palato dolce e fruttato.


I produttori

Data la piccola estensione geografica della denominazione sono pochi i produttori da segnalare, in quanto le produzioni sono basse. Tra questi vi è la Società Cooperativa Romangia, che vinifica un buon Moscato di Sorso-Sennori con le uve coltivate ad alberello e le rese limitate ad appena 4 tonnellate per ettaro. Ottimo vino giallo-oro, dal profumo floreale e mielato, dove spiccano anche la frutta secca e le mandorle. Dopo un invecchiamento di 6 mesi in legno il palato risulta dolce ed equilibrato, con lunghi finali. Perfetto in meditazione, o in alternativa per la pasticceria secca alle mandorle o i formaggi erborinati, servito freddo.




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