Freisa

La varietà

Il Freisa (o la Freise) è vitigno a bacca rossa autoctono piemontese a bacca rossa, di cui non si hanno certezze sull'effettiva origine. Le prime testimonianze scritte risalgono al cinquecento quando un vino molto pregiato con il nome di Fresearum veniva inserito in alcuni tariffari della dogana piemontese del comune di Pancalieri, nell'attuale provincia di Torino, nell'anno 1517. Successivamente Pietro Francesco Cotti descrive le sue coltivazioni di Fresia nella Val di Nieve a Brichetto del 1692 e poi altre tracce risalgono al 1760 quando in alcuni registri della Cantina di Lu vengono inscritte tra gli acquisti alcune barbatelle del vitigno e la vendita di vino Freisa.

Per avere invece la prima descrizione ampelografica bisognerà attendere il famoso Calendario Georgico della Società Agraria di Torino del Conte Nuvolone, che descrisse molte delle varietà piemontesi nel 1799. Un altro conte invece, verso il finire dell'ottocento, lo descrivera come tra i più diffusi vitigni del Piemonte nel suo Album ampelografico. Si tratta del Conte Giovanni di Rovasenda, noto e stimato botanico del secolo, che presiedeva l'apposita commissione incaricata della classificazione dei vitigni piemontesi.

Oggi il vitigno resta molto diffuso nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, e nella zona di Casale Monferrato. Viene classificato in due sottotipi, la Freisa Piccola, più pregiata e coltivata in collina, e la Freisa Grossa, meno pregiata e comunque indicata in realtà come Neretta Cuneese diffusa nell'area di Salluzzo e come Freisa di Nizza diffusa nell'area di Pinerolo. Questo sottotipo è molto produttivo, ma qualitativamente inferiore rispetto al suo fratello piccolo, piu indicato in produzioni di pregio. Una certa diffusione del vitigno Grosso si trova anche in Argentina con meno di mille ettari coltivati, mentre le estensioni totali piemontesi si sono ridotte a partire dagli anni 90 del novecento a poco più di 2000 ettari coltivati.

Il vitigno si presenta con grappoli lunghi di forma cilindrica, poco alati con un andamento quasi a spargolo. Le bacche sono tendenzialmente ovali con dimensioni medie. Alta la presenza di pruina sulle bucce fini ma molto coriacee, di colore nero tendente al blu. La Freisa è un vitigno vigoroso, con rese medio alte specialmente nel sottotipo Grosso, che arriva a maturazione nel periodo a cavallo tra il mese di settembre e quello di ottobre. I sistemi di allevamento utilizzati nella sua coltivazione sono la controspalliera e il Guyot, con potature espanse e lunghe che lascino molte gemme sul ramo. La Freisa si segnala anche per un'ottima attitudine nei riguardi delle malattie e delle muffe anche se si segnala una certa sensibilità all’oidio. Trova nei terreni del Piemonte a struttura argillosa e marnosa, un ottimo luogo dove crescere rigogliosa, tanto da essere molto utilizzata sia in purezza che nei tagli in tutta la regione, ricca di questo tipo di micro-terroir. La sua resistenza al marciume la rendono altrettanto apprezzata in una regione notoriamente umida.

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I vini della Freisa

La Freisa è un vitigno che riesce ad apportare al vino una buona concentrazione tannica, con belle profumazioni fruttate. Anche l'apporto di colore è discreto, ma soprattutto quello acido e strutturale che gli consentono invecchiamenti di medio termine. È un caratteristico vitigno piemontese dunque, dove i profumi del lampone e della violetta sono costanti e penetranti. Il gusto può essere secco o amabile, e facilmente il vino può presentarsi in versione leggermente frizzante. Bevuto giovane è un ottimo e fresco corroborante, dotato di vivacità e brillantezza, mentre negli invecchiamenti assume dei toni più maturi, con i frutti che si scuriscono verso il nero e qualche accenno terziario. Ha anche una sua denominazione di origine propria ed una vinificazione dolce, ottimo abbinamento per la pasticceria secca o cremosa. La versione secca invece trova incontri culinari con i salumi, le carni rosse non elaborate e alcuni formaggi stagionati, ma si può anche abbinare a primi al ragù.


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I produttori

Il Freisa di AstiIn purezza la Freisa produce dei buoni risultati come il Monferrato Freisa La Bernardina DOC di Accornero, con belle profumazioni di terra bagnata e mirtillo che si ripete al palato, fresco e con tannini incisivi. Non molto lungo, chiude con gusti leggermente amari, per un abbinamento del tutto inusuale con il merluzzo alle erbe verdi.

Buona produzione in purezza anche dalla Cascina Gilli, con due vini, uno fermo e l'altro frizzantino. Il Freisa d'Asti Vigna del Forno DOC si pregia di intensi aromi ai frutti di bosco, con un palato dotato di buona sapidità e freschezza, per incontrare il pollo fritto. Il Freisa d'Asti vivace è invece di toni più delicati al ribes seguiti da tocchi vegetali. Frizzantino, il palato risulta molto fresco ma anche con tannini accentuati, per essere associato al cotechino con purè di patate.

Buon Freisa d'Asti anche dalla Cascina Roera, ancora con sensazioni terrose e bei tocchi di ginepro, a cui seguono sentori d'arbusto e bacche macerate. Ottima struttura piena al palato, dotato sempre di tannini evidenti e di una bella acidità, per piatti ben forti come la pasta all'uovo con fegatini.




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