Champagne Rosé

Il metodo di vinificazione

Come per i vini rosé di tutto il mondo la colorazione rosé può essere ottenuta con differenti metodologie, per ottenere circa lo stesso risultato. La più complicata è sicuramente la permanenza sulle bucce e sulle vinacce per il tempo di qualche ora in modo che i tannini e gli elementi coloranti in essi contenuti colorino il vino. Questa operazione deve essere svolta con molta precisione in modo da non avere un vino troppo carico in colore. I tempi devono quindi essere ben calcolati e rispettati, per non vedere rovinato fin da subito un prodotto che è anche molto costoso per l'azienda. È il cosiddetto metodo tradizionale.

Un altro metodo è quello della vinificazione separata di vino bianco e vino rosso con successivo assemblaggio. Questo metodo è meno complicato ma non favorevolmente visto sia dagli appassionati e dagli addetti ai lavori che dalle grandi aziende, ma resta largamente applicato nella grande maggioranza dei casi, tanto che il metodo tradizionale del contatto del mosto con le è utilizzato raramente.

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Il vino rosé e le nuove tendenze

Il vino rosé e lo champagne in particolare hanno avuto da due decenni a questa parte un ruolo sempre più importante nel mercato vinicolo, sia per un discorso commerciale che per un discorso di tendenze soprattutto tra i giovani. Il vino rosé spesso rappresenta il compromesso tra la scelta di un bianco e un rosso, soprattutto quando si deve scegliere il vino tra amici, con la presenza di una parte femminile che spesso preferisce il bianco e una maschile che generalmente si rivolge di più al rosso. Il vino rosé ha infatti quelle componenti di freschezza e gusti comuni ad entrambe le tipologie, ed è molto amato proprio per questo motivo.

Ma tra gli addetti ai lavori e gli appassionati non gode di molta considerazione, soprattutto perché difficilmente si riesce a vinificare un buon rosè. Specialmente in Francia questa tendenza è molto evidente, dove i grandi sommelier parlano di pochissimi rosé degni di nota. Questi vini infatti soffrono spesso di gusti troppo fruttati e dolciastri, in netto contrasto con le preferenze secche che caratterizzano i vini freschi e raffreddati bianchi o i grandi rossi.


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La vinificazione in rosé nella Champagne

Nella Champagne la vinificazione in rosé viene effettuata generalmente a partire dal Pinot Noir, che garantisce gusti abbastanza secchi ma fruttati, mantenendo inalterata l'aristocrazia, l'eleganza e la complessità di questa nobile varietà. È il vitigno preferito dalle grandi cantine, e viene vinificato sia in bianco per produrre il Blanc de Noirs che in rosato. L'altra varietà rossa utilizzata nella regione, il Pinot Meunier, è invece utilizzato nel taglio e raramente viene utilizzato come protagonista dello spumante.

Il Pinot Noir è una delle grandi varietà nobili del globo, complicata e faticosa da coltivare ma con risultati talmente importanti che rimane comunque una delle più coltivate dai grandi produttori di qualità. Originaria della Borgogna, questa varietà predilige i climi freddi, mentre soffre molto in quelli caldi tanto da essere praticamente assente a sud del Friuli.

La vinificazione de Pinot Noir produce autentici capolavori e nella Champagne questa affermazione è più che mai evidente, tanto che la superficie vitata nella regione ha superato negli anni ottanta quella della Borgogna, zona d'origine e terroir favorito. Soffrendo le gelate primaverili e di colatura però, deve evitare le pianure fredde e i terreni umidi, creando qualche problema in alcune zone della Champagne. I vini migliori provengono da uve coltivate su terreni calcarei ma soffre molto le “annate”, richiedendo parecchie attenzioni nella vinificazione, con tecniche diverse a seconda delle differenze che il millesimo comporta. Molta attenzione richiede anche l'estrazione del colore e degli aromi, anche in considerazione delle bucce molto sottili.


Champagne Rosé: I grandi rosé della Champagne

Sono molti ormai i grandi Champagne rosé e la scelta è varia e gustosa, anche se questa tipologia rimane di qualità inferiore rispetto al bianco ed è comunque prodotta da meno del 50 per cento delle maisons. Si può optare dal colore salmone chiaro del Brut Rosé di Billecart Salmon al discreto rosé della Veuve Clicquot.

Tra gli ottimi rosé prodotti si può citare il Grand Réserve Rosé di Daniel Dumont, uno dei pochi ancora ottenuto dal tradizionale metodo di contatto del mosto con le bucce per 24 ore. Ottima struttura dal Pinot Meunier, con gusti pieni di frutti rossi dal Pinot Noir. È un vino solido, a tutto pasto, che può reggere anche piatti come il maiale o il vitello, e particolarmente adatto a pesci grassi come il salmone.

Altro grande rosé è il Brut Rosé millesimato del 1985, rosa pallido, color cipolla, complesso, raffinato e fruttato. È anche un vino dal buon invecchiamento che non teme il tempo. Certamente uno dei migliori.

Perrier-Jouët, una delle più prestigiose case, produce un grande Blason de France Brut Rosé, dai due Pinot, carnoso e splendido. Il colore chiaro con riflessi mattone e aranciati apre a profumi complessi di pane tostato e frutti rossi. Con un corpo solido e maturo, pregno dei sapori avvolgenti del Pinot. Splendida anche la bottiglia che ricorda la belle epoque

Infine un altro ottimo rosé da Laurent-Perrier, ancora con il metodo tradizionale del contatto sulle bucce del Pinot Noir. Ottimo rinfrescante, specialmente in estate.


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