Vini rossi frizzanti

Come nascono i vini rossi frizzanti

Le due principali zone di produzione di vini rossi frizzanti sono l’Emilia e l’Oltrepo’ Pavese, aree accomunate da estati molto calde e inverni lunghi e rigidi. A fine autunno capitava spesso che l’abbassamento improvviso della temperatura interrompesse la fermentazione prima che tutto lo zucchero del mosto fosse stato trasformato in alcol. A marzo, solitamente il vino veniva imbottigliato e quando la temperatura con la tarda primavera tornava a salire, il vino ricominciava a fermentare in bottiglia come succede nel processo di spumantizzazione con Metodo Classico, dando origine a un vino frizzante diverso di anno in anno. Oggi i vini rossi frizzanti vengono fermentati principalmente in autoclavi d’acciaio con il classico metodo Charmat a temperature controllate e possono così essere prodotti in tutta Italia.
Vino rosso frizzante

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Il Lambrusco

Uve Lambrusco Salamino Uno dei più grandi vini frizzanti è il Lambrusco che, fino a poco tempo fa, all'estero era sinonimo per eccellenza di vino italiano. Viene prodotto con uve del vitigno omonimo, coltivate nell’area delle province di Parma, Modena e Reggio Emilia ma anche di Mantova. Esistono circa 60 varietà di vitigno Lambrusco, ma quelle usate per la produzione del Lambrusco DOC sono il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Reggiano, il Grasparossa di Castelvetro e il Lambrusco Maestri e Montericco. La varietà più diffusa, però, è il Lambrusco Salamino che prende il nome dall’aspetto piccolo e allungato dei grappoli. Quattro sono le denominazioni della DOC: il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, secco e amabile, con note di prugna e rosa, che si produce in provincia di Modena, il Lambrusco Reggiano DOC, prodotto nella provincia di Reggio Emilia, con un bouquet più leggero, il Lambrusco Mantovano DOC, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, prodotto nella provincia di Modena e con un bouquet caratterizzato da note di ciliegia, amarene e lampone, e, infine, il Lambrusco di Sorbara DOC, considerato il migliore, con note di more, lamponi e mandorle.

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Il Brachetto d’Acqui DOCG

Vigneti di Lambrusco in Emilia Con il Brachetto DOCG si passa al Piemonte, terra di grandissimi vini rossi e, più precisamente, all’Alto Monferrato. Il Brachetto d’Acqui è un vino rosso dolce e frizzante, dal basso tenore alcolico e dal sapore delicato e morbido. Viene prodotto nelle province di Alessandria e Asti da uve del vitigno omonimo, a bacca rossa chiara, per almeno il 97%. Il Brachetto è un vino molto apprezzato sia per la sua rusticità sia per la facilità di consumo come vino da pasto e da dessert. Il suo colore è un rosso rubino chiaro ed è caratterizzato da un perlage fine e persistente e da un bouquet con note di rosa, pesca, mughetto e fragola. Delizioso a fine pasto, in accompagnamento a macedonie a base di fragola e frutta rossa oppure a dessert secchi come biscotti e crostate. Il Brachetto d’Acqui ha ottenuto il più importante riconoscimento, quello della DOCG, nel 1996.


Vini rossi frizzanti: Il Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese

Autoclavi per la produzione di Bonarda L’Oltrepo’ Pavese Bonarda è un vino frizzante DOC prodotto nella provincia di Pavia. Le uve utilizzate per la sua produzione sono del vitigno Croatina, chiamato anche Bonarda nel piacentino. Il nome, secondo alcuni, deriverebbe dal patronimico longobardo Bono, più "hard", cioè coraggioso in longobardo. Proprio Pavia, effettivamente, fu la capitale longobarda. Il nome Croatina, invece, deriverebbe da "croatta", cioè cravatta, a indicare che questo vino frizzante era destinato a essere bevuto durante le feste e le grandi occasioni. Il Bonarda DOC è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso, sapore secco e leggermente tannico, media sapidità e un bouquet particolarmente gradevole, con un caratteristico profumo di lieviti. Si abbina bene a salumi, bolliti e piatti di carne della tradizione lombarda come cotechino, zampone e cassoeula. Ottimo anche per accompagnare i primi a base di sughi di carne, legumi e ravioli in brodo.



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