Moscato di Scanzo

A Scanzorosciate, il miracolo delle uve Moscato

Se la provincia di Milano, nell'immaginario collettivo, rispecchia appieno l'indole metropolitana della regione Lombardia, ci sono altri territori che possono considerarsi famosi e conosciuti per altre ragioni. In queste righe focalizzeremo la nostra attenzione sulla provincia di Bergamo, insieme al lodigiano, custode fedele delle radicate e ricchissime tradizioni contadine di questa terra. E' qui che nascono alcune tra le specialità enogastronomiche più imperdibili e squisite in assoluto: che si parli di cucina o di vino, da queste parti ci si può soltanto leccare i baffi. Con il vino rosso Moscato di Scanzo, per esempio, un prodotto che nasce dal lavoro dei contadini e dei viticoltori di un paesino situato a sette chilometri da Bergamo: Scanzorosciate. Nata nel 1927 dalla fusione di due centri conosciuti come Scanzo e Rosciate, questa località si trova a poco meno di 300 metri sul livello del mare, conta 9177 abitanti e si trova sulle prime propaggini delle Alpi Orobie. Il nome di Scanzorosciate è legato a doppio filo alla storia e alla fama di cui gode questo vino rosso a livello nazionale. E' infatti esclusivamente sulle colline moreniche che circondano questo paesino che vengono coltivate le uve Moscato che daranno alla luce le bottiglie di quello che rappresenta il fiore all'occhiello dell'enologia bergamasca: il Moscato di Scanzo DOC oppure, più semplicemente, Scanzo. Per rendere onore, come sempre, alla verità, e non commettere un torto nei confronti di Scanzorosciate, ricordiamo che chi passa da queste parti – oltre a mangiare e bere divinamente – può rimanere ammaliato di fronte allo spettacolo offerto dal folto novero di architetture religiose che caratterizzano il centro storico cittadino.
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Moscato di Scanzo

moscato di scanzo Ma andiamo nel dettaglio ed osserviamo da vicino quanto di buono ci riserva il Moscato di Scanzo: di che vino stiamo parlando? Quali sono le caratteristiche e le peculiarità di questa primizia? Partiamo dal colore, che è rosso rubino carico con tendenza ad assumere note di granato con il procedere dell'invecchiamento, e continuiamo soffermandoci sull'esame delle proprietà olfattive. Al naso lo Scanzo presenta un odore armonico, ma complesso, intenso, persistente ed arricchito da evidenti sentori di frutta. Si avvertono senza troppa fatica i frutti di bosco, ma anche note lievi di salvia e ciliegie marasche. Ma è in bocca che questo vino dà il meglio di sé, deliziando i gustatori con un sapore armonico, persistente ed estremamente gradevole, oltre che arricchito da un evidente retrogusto di mandorla asciutta. Il Moscato di Scanzo può raggiungere una gradazione alcolica massima pari a 11 gradi, mentre in fase di uvaggio si mostra autentico e fiero come pochi, prodotto com'è mediante il solo utilizzo di uve Moscato di Scanzo in purezza. Una nota immancabile è relativa alle modalità di conservazione di questa uva. Subito dopo la raccolta, infatti, per favorirne l'appassimento, le uve Moscato di Scanzo vengono riposte in locali idonei per un periodo di tempo variabile tra i 18 e i 21 giorni. Per quanto riguarda l'invecchiamento, possiamo affermare che non deve durare meno di due anni (obbligatorio), ma che al contempo ci troviamo di fronte ad un vino da consumare, preferibilmente, giovane. Ad una temperatura di servizio di 14-16 gradi centigradi, provate questo vino da solo, in meditazione, dove assicura risultati sorprendenti oppure, se proprio non ci riuscite, lasciatelo accompagnare piatti a base di formaggi erborinati o qualche pezzo di cioccolato.


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Cantine Ronco della Fola in Valcalepio

Chi raggiunge la minuta ma interessante zona di produzione del Moscato di Scanzo, si trova praticamente nel cuore pulsante di una terra vocata all'agricoltura, al rispetto delle tradizioni e alla valorizzazione delle risorse a disposizione. I custodi più fedeli delle usanze enogastronomiche sono senza dubbio le numerose aziende viti-vinicole dove è possibile acquistare vini d'autore, ma anche intraprendere affascinanti itinerari enogastronomici. Uno dei nomi più famosi della zona è, ad esempio, quello della Cantina Ronco della Fola, situata nel bel mezzo della Valcalepio ed impegnata dal 1979 nella produzione di vini di qualità, tra i quali spicca il “Moscato di Scanzo”, fiore all'occhiello dell'offerta aziendale. I vigneti, estesi su una superficie complessiva di due ettari, ospitano soltanto uve Moscato, che mediante la costante esposizione ai raggi solari, godono delle condizioni ottimali per crescere ed appassire bene, prima della lavorazione.


L'Azienda Vinicola Tallarini a Grandosso

A Grandosso (BG) sorgono invece i locali dell'Azienda Vinicola Tallarini, fondata nel 1983 da Vincenzo Tallarini nel cuore di un suggestivo borgo medievale. Dal Serafo rosso della Bergamasca al San Giovannino Valcalepio Rosso, al Primofrutto Novello della Bergamasca, fino al Moscato di Scanzo: qui è possibile acquistare solo il meglio dell'enologia provinciale, ma anche partecipare ad illuminanti e promettenti tour di degustazione.




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