Aglianico del Taburno

La zona vinicola

L'area di produzione di questo Aglianico è a pochi chilometri ad est di Benevento, arroccata intorno alle pendici del Monte Taburno, un massiccio isolato nell'appennino campano formatosi nel mesozoico. L'intera zona del beneventano in origine era occupata da un lago che per una violenta depressione del suolo tra il Taburno e il Matese si è svuotato verso il fiume Volturno. Le colline sono composte da strati ghiaiosi, o ammassamenti di ciottoli misti a calcare ed arenaria.

Durante il terziario accaddero intensi e vasti movimenti tettonici che formarono l'Appennino moderno.

I terreni sono costituiti in massima parte da elementi argilloso - calcareo - silicei, con qualche raro masso di granito, con molte sedimentazioni marine fossili e di selci trasparenti e calcedonio comune.

Non mancano segni di una preistorica attività vulcanica che ha dato origine a un suolo, soprattutto a Tocco Caudio, di tufo e pomici, foglie di mica e cristalli di pirosseno, che arricchiscono il terreno e le vigne di potassio.

Il clima è piuttosto freddo, con aria pura e salubre.

I vigneti del Taburno

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I vitigni rossi

Fattoria La Rivolta L'Aglianico è il grande autoctono campano per eccellenza, allevato prevalentemente con il metodo a Guyot o a cordone speronato. Ha l'acino con molta pruina sulla buccia, colore quasi blu e polpa ricca acida-astringente. Vinifica prodotti dal colore rubino intenso, da addolcire con l'invecchiamento in barrique, seguito da un lungo affinamento in bottiglia. È ormai tra le grandi uve rosse d'Italia, anche se le sue potenzialità non sono ancora del tutto espresse per il ritardo con cui è stato valorizzato. È uno splendido vitigno autoctono e da più di un decennio ha iniziato la scalata alla vetta dei vitigni nobili, grazie all'impegno dei viticoltori.

È un vitigno vigoroso, che resiste molto bene al freddo e fornisce dei vini con aromi eleganti e fini di frutti neri di bosco, leggermente speziati. È ideale per la coltivazione in regioni fredde e ad altitudini elevate perché ha germogliazione e maturazione precoci e si trova bene sui terreni di origine vulcanica e su quelli calcarei. La sua versatilità ne fa uno dei più importanti vitigni meridionali con vini di grande qualità, dai rosati vivaci e fruttati e di buona beva ai rossi ben strutturati, morbidi e longevi.

In origine sembra sia stato importato in Italia dai coloni greci intorno al VII secolo a.C., in quanto si ritiene che il termine Aglianico provenga dalla parola Hellanico o Hellenico, successivamente mutato in Aglianico durante la dominazione spagnola.

Un'altra ipotesi afferma che il nome derivi dal termine latino aglaia che significa splendore.

Il termine Aglianico fu usato per la prima volta in una lettera del 1559, in cui Sante Lancerio, cantiniere del papa Paolo III, descriveva i vini italiani al Cardinal Guido Ascanio Sforza.

Andrea Bacci, medico di Paolo III lo descriveva come un vino profumato e sapido, stabile, di elevato potere nutritivo, corroborante per lo stomaco e le membra in un epoca in cui al vino si attribuivano alte proprietà curatrici.


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L'Aglianico del Taburno DOCG

La zona sulla mappa La denominazione di origine controllata e garantita Aglianico del Taburno era già riconosciuta a

denominazione di origine controllata con decreto ministeriale del 29 ottobre 1986 ed è stata sostituita con decreto del 2 agosto 1993 per riconoscerlo nel DOCG.

Il disciplinare autorizza la produzione le tipologie Aglianico del Taburno rosso o Aglianico del Taburno, Aglianico del Taburno rosato e Aglianico del Taburno Rosso Riserva o Aglianico del Taburno Riserva nei territori comunali di ApolIosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso e Ponte ed in parte il territorio dei comuni di Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Gaudio, tutti in provincia di Benevento.

L'uvaggio autorizzato è costituito dall'Aglianico, che deve essere presente per un minimo del 85 % a cui possono concorre gli altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione in provincia di Benevento, fino ad un massimo del 15 % restante.

Le rese massime devono essere di 9 tonnellate per ettaro e il grado alcolico naturale minimo da garantire è di 11,50% vol per il rosso generico e di 12,00% per il Riserva.

Per l'iscrizione all'albo sono idonei esclusivamente i vigneti impiantati su terreni collinari e pedecollinari con orientamento adatto, ad esclusione dei vigneti di fondovalle e quelli ubicati su terreni particolarmente umidi. Per le uve è vietato l’allevamento a tendone.

I nuovi vitigni sono esclusi dalla produzione della tipologia Riserva per 5 anni dall'inizio dell'impianto.

Il Aglianico del Taburno Rosso deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno due anni, a decorrere dal 1 novembre dell’anno di produzione delle uve, mentre per il Riserva l'invecchiamento obbligatorio è di almeno tre anni, di cui almeno dodici mesi in botti di legno e sei mesi in bottiglia, a decorrere dal 1 novembre dell’anno di produzione delle uve.

L'Aglianico del Taburno rosso o Aglianico del Taburno ha colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento. L'odore, caratteristico, è gradevole e persistente con sapore secco, leggermente tannico e che tende al vellutato con l’invecchiamento.

L'Aglianico del Taburno Rosso Riserva o Aglianico del Taburno Riserva ha invece colore rosso granato intenso con il profumo caratteristico del vitigno, gradevole e persistente. Al palato il sapore è secco ma abbastanza morbido.


Le aziende

I colori di questo vino La Cantina del Taburno, formata da moltissimi soci, vinifica maglifici vini, che hanno conquistato i cinque grappoli dell'associazione italiani sommelier, con il suo Bue Apis, nome del toro sacro agli Egizi, venerato anche dall'imperatore Domiziano che lo collocò nei templi dell'antica Benevento.

Il colore è rubino concentrato, con eleganti profumi di amarena, tabacco e spezie, su un letto di cacao ed eucalipto. I tannini sono ricchi ed levigati. Invecchia per 24 mesi in botti di castagno prima di incontrare gli arrosti di carne ovina.

Il Delius ha aromi di spezie dolci e marasca matura, con viola e tabacco da pipa. Al palato è morbido e potente, dalla lunga persistenza. Per lui tagliata al pepe.

L'Aglianico del Taburno Fidelis viene tagliato con il 10% di Merlot e Sangiovese per avere un colore rubino sfumato, con profumi di polpa rossa, pepe, tabacco e cuoio. Al palato è vellutato e persistente, con le lasagne alla napoletana in abbinamento.

Fattoria La Rivolata vinifica a Torrecuso l'Aglianico Terra di Rivolta Riserva con un colore rubino molto concentrato. Il naso è speziato e balsamico, con pepe nero, ginepro, eucalipto e genziana, su sfumature di confettura di mirtilli. È tannico, corposo e persistente, con invecchiamenti di 18 mesi in barrique. Ottimo con il capriolo in salmì.

Molto buono anche il suo rosso generico, sempre di un rubino profondo con aromi speziati, fruttati maturi e tabacco lavorato. Ottimo corpo e buona struttura tannica. Passa 6 mesi in botte e a tavola si accompagna con gli spezzatini al sugo.

Fontana Vecchia ha nel suo Aglianico del Taburno Vigna Cataratte Riserva il grande vino a cinque grappoli con un rosso rubino concentrato e impenetrabile, con piccole sfumature granata. I profumi sono carnosi, di terra, grafite e frutta in confettura. Il palato è ricco, pieno e tannico, con un lunghissimo finale. Ottimo con il carrè di maiale affumicato.

Vinifica anche il Grave Mora con eleganti profumi di frutta rossa e spezie, torrefazione ed humus chiusi dal tabacco. tannicità ricca e fine, il palato è equilibrato, lungo. Va servito con l'agnello al forno.

Il rosso generico si presenta con humus e spezie, frutta ed aromi vegetali con rotondità e morbidezza in bocca per accompagnare gli spezzatini in umido.

Ocone ha il suo Aglianico del Taburno Diomede, un gran vino di colore granata e profumi intensi di prugna secca, tabacco, pepe nero, liquirizia e cacao. Il palato è pieno, equilibrato nei tannini. Incontra lo spezzatino di maiale in umido.

Anche il suo Aglianico del Taburno Vigna Pezza La Corte ha colore granata con gamma olfattiva di spezie, liquirizia e tabacco su una base di confettura di frutti neri. A tavola con la carne alla pizzaiola.

Nel rosso generico il granata si fa chiaro e gli aromi ringiovaniscono sulla ciliegia, la liquirizia, la rosa canina e il pepe rosa. Il palato morbido è lievemente tannico, per le carni alla griglia.




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