Vino rosso piemontese

Tra le regioni italiane una delle più vinicole è sicuramente il Piemonte, terra di vini rossi riconosciuti e consumati anche all’estero, oltre che sul territorio nazionale. In questa area troviamo un buon numero di vini rossi, tra i quali ci sono 8 vini docg e più di 40 doc. I vigneti all’origine di questo vino rosso sono sia autoctoni che importati: troviamo le uve Nebbiolo e Barbera, oltre a quelle dolcetto. Questi tre rinomati vitigni danno origine ad un grande numero di vini rossi piemontesi, tra cui i celebri Barbaresco e Barolo. Troviamo poi il barbera che proviene sia dal Monferrato che dalla provincia di Asti, oltre al gattinara e al Gemme.

Nella regione Piemonte ci sono comunque differenze tra le diverse tipogie di vini rossi, classificati, come si conviene, in base ai luoghi di produzione delle uve. Ne nasce un prodotto con un sapore marcato, ... continua


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      prosegui ... , che non manca di una discreta fraganza. Il dolcetto e il barbera, va riconosciuto, hanno conosciuti i grandi palcoscenici enogastronomici solo di recente, mentre negli anni passati era spesso considerato un vino rosso da tavola. Attualmente, invece, questi vini hanno ottenuto alcuni riconoscimenti di valore. La caratteristica del dolcetto è che solitamente si beve giovane. Se invecchiato viene considerato un vino superiore e ha una gradazione alcolica decisa, pari a 12.5°. Questo buon vino da tutti i giorni si accompagna bene con pietanze semplici come gli affettati, o i primi di pasta al ragù, oppure con i formaggi freschi.

      Il dolcetto è un vino asciutto, con note mandorlate e un bel colore rosso rubino, ed è caratterizzato da una leggera spuma dalle tinte violacee. Parte, per decreto, da una gradazione di 11.5°. Inoltre il dolcetto si caratterizza in base alla provenienza geografica, ed esistono sette zone distinte, che danno il proprio nome ad altrettanti vini dolcetto, cominciando dal dolcetto di Ovada, caratterizzato da un bouquet vinoso e risulta decisamente asciutto al palato, come tipicamente fanno i vini rossi piemontesi prodotti con le uve nere dolcetto. Il gusto di questa specialità di Ovada è un gusto armonico e un sentore amarognolo, con un colore rosso rubino che tende al granato durante l’invecchiamento. Nel Cuneese, invece, si produce il buon dolcetto di dogliani, anch’esso dal sentore amarognolo; risulta asciutto all’assaggio. Si tratta del dolcetto più famoso dal punto di vista storico, e consolo enogastronomico: è infatti il dolcetto più antico, che vanta una tradizione che ha origine nell’anno 1593 come da documento originale dell’epoca che descrive le modalità della vendemmia.

      Da ricordare, inoltre, il dolcetto delle Langhe Monregalesi, il più ricercato dei dolcetto e quello prodotti in quantità minore. Si tratta di un vino rosso che si produce nelle terre delle Langhe intorno a Mondovì, nella provincia di Cuneo. Nel 1974 a questo vino è stato conferito il riconoscimento di vino doc. Si produce con uve dolcetto nella totalità della scelta e ha la resa di 7,000 Kg per ettaro. Denominato vino superiore ha una gradazione minima di 11°. Se invecchiato eccelle, ed è caratterizzato da un minima gradazione alcolica in più, giungendo a 11.5°, con n invecchiamento di un anno a partire dal primi giorno dell’anno successivo alla vendemmia.

      Si tratta di un vino con colore rosso rubino intenso e riflessi violacei piuttosto marcati, un bouquet vinoso e sentori che ricordano la ciliegia. Risulta secco al palato e ha una traccia amarognola nel retrogusto. Eccellente dunque all’assaggio. Meno c’è da dire del dolcetto d’Asti, un vino asciutto e armonico, con acidità moderata e una gradazione minima di 11.5 gradi che ne fanno un vino da gustare a tutto pasto. Per settimo, e ultimo, tipo di dolcetto, ecco il dolcetto di Acqui, vino asciutto dal retrogusto al sapore di mandorla, produce una lieve schiuma e la sua qualità ne fanno un vino ottimo sia per piatti come gli antipasti, che per le restante portate, soprattutto se marcatamente saporite come il risotto alla salsiccia o i tipici ravioli al plin. Eccellente con le carni rosse.

      Ecco dunque i diversi tipi di dolcetto, separati per denominazione proveniente dall’area geografica di origine delle uve che conferiscono a questo vino rosso piemontese, caratteristiche tipiche e uniche, come la fragranza, presente in tutte le tipologie e in misura diversa, e il sapore, oltre al retrogusto, piacevolmente asciutto.

      Esiste anche un dolcetto che si distingue per una gradazione alcolica leggermente più elevata dei suoi omonimi; si tratta del dolcetto di Diano d’Alba. Il colore rubino e il gusto asciutto sono due caratteristiche essenziali del dolcetto piemontese, e sono qualità che anche qui non mancano. All’assaggio risulta un retrogusto di mandorla e un bouquet profumato e vinoso. Ben si abbiano, questa tipologia di dolcetto, con i piatti tipici della cucina piemontese, come le minestre tipiche regionali a base di legumi e i piatti di carne; inoltre è un valido alleato dei formaggi non troppo stagionati. Ottimo con gli antipasti o i peperoni in bagna cauda.Il vino barbera, o meglio la barbera, è al femminile; è invece termine al maschile per quanti riguarda il vitigno. Vitigno che è meno antico e storico dai vini rossi coltivati da sempre in Piemonte, come il grignolino o il nebbiolo. Caratteristica tipica del vitigno barbera è quello che riguarda l’espansione lenta, ma costante e progressiva di questo vitigno, attualmente il più diffuso tra quelli a bacca rossa. Ci sono radici storiche dietro questa scelta: il barbera è un vitigno che potremmo definire rustico, che cresce spontaneamente con un grande sviluppo vegetativo, che offre una produzione elevata di uva, e rimane meno soggetto di altri alle mutevoli condizioni climatiche della zona. Inoltre resiste bene funghi e muffe, cui solitamente è soggetta la vigna. Si trovano notizie storiche che datano la barbera indietro nei decenni, fino al 1700, secondo alcuni documenti storici ce riguardano la coltivazione di questo vigneto nell’area geografica di Montegrosso d’Asti, ma forse la varietà esisteva già da tempo, ma non era conosciuta con i nome con cui la denominiamo noi da tempo. Nella zona del Monferrato questo vino rosso è prodotto in abbondanza, per la grande estensione di questi vigneti in quell’area agricola. Ci sono anche coltivazioni, se pur limitate, nell’Albese e sui Colli Tortonesi e nell’Oltrepò Pavese. In altre parti del Piemonte questa cultura del barbera è meno diffusa. La barbera, dunque, è un vino rosso robusto, che per decenni ha rappresentato il tipico vino rosso da pasto. Si tratta di un vino da bere giovane, nelle versioni non invecchiate, mentre un barbera d’Alba se classificato superiore, nelle annate migliori può raggiungere il notevole tasso alcolico di 15°. Questo dipende dalla struttura stessa del vino che possiede un tasso alcolico particolarmente marcato. Ottimo con i piatti tipici piemontesi e con arrosti di carne o rimi piatti come il risotto.