Erice

La zona vinicola

L'Erice DOC si produce a pochi chilometri da Trapani, sule colline circostanti il Monte Erice, di origine tettonica pleistocenica. Qui la zona ha una conformazione particolare, con i suoli che hanno una geologia calcarea dolomitica di natura carsica originata nei basalti triassici agglomerati in formazione nodulare. La parte superficiale del terreno è anch'essa particolare con calcilutiti e calcisiltiti marnosi e fortissima presenza di selce in forma nodulare intervallata da marne calcaree e silicizzate, ed argille silicee.

Il clima è asciutto e caldo, con una buona escursione termica e ventilazione marina che favoriscono la maturazione delle uve e la concentrazione degli zuccheri.

Al centro della produzione vi è Erice, un borgo medioevale molto antico famoso soprattutto per la pasticceria artigianale da degustare in loco.

L'artigianato locale è caratterizzato dalla notevole dinamicità dei suoi cittadini, che puntano a farne un settore di prestigio e di espansione per l'economia della zona.

D'attra parte l'area è molto attiva fin dai tempi dei Greci, Cartaginesi e Romani, che svilupparono la coltivazione della vite e il commercio dei vini per più di mille secoli, seguendo, a seconda delle varie dominazioni, quasi tutte le rotte commerciali del Mediterraneo. La leggenda parla degli esuli troiani che fondarono tra le numerose colonie, anche Erice, prima di fondare Alba Longa e Roma.

La zona di Erice al tramonto

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I vitigni bianchi

L'appassimento delle uve Per la produzione dei vini bianchi, nell'Erice DOC si utilizzano i vigneti di Inzolia, Grecanico, Müller Thurgau, Catarratto, Chardonnay, Zibibbo, Grillo e Sauvignon.

Con il termine Zibibbo si indica in siciliano una delle tante varietà di Moscato, il Moscato di Alessandria, da cui si produce anche il famoso Moscato dolce di Pantelleria, e altre uve da tavola.

È un uva molto antica, come il suo parente Moscato Bianco, ma produce vini di qualità inferiore se non si procede all'appassimento delle piante. Cresce nei climi caldi, con rese buone e acini molto maturi che grazie alla concentrazione zuccherina apportano una notevole dolcezza ai vini, pur non avendo la stessa aromaticità del suo parente, mentre nei climi freddi incontra moltissimi problemi di acinellatura e colatura tanto da essere scarsamente utilizzato. Produce dei vini forti e dolci, con aromi troppo leggeri, che si individuano in profumi d'uva e geranio molto lievi e confettura d'arancia. Solo in Sicilia quest'uva trova una sua connotazione pregiata nei vini, mentre in altre aree geografiche, come ad esempio la California, viene addirittura utilizzata per il consumo a tavola di uva secca, o in Olanda e Inghilterra per la produzione di scialbi vini da tavola.


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L'Erice DOC bianco

La denominazione di origine controllata Erice è relativamente recente, autorizzata per decreto ministeriale solo il 20 ottobre 2004, per produrre varie tipologie di vini bianchi e rossi. Per la tipologia bianco, sono regolate le varietà monovitigno per ciascuna uva, oltre alla produzione del bianco generico, dei vini spumanti, del passito, dello Spumante dolce e dei Vendemmia Tardiva Sauvignon e Zibibbo.

L'Erice bianco deve essere composto dal Catarratto per almeno il 60% del taglio, mentre per i monovarietali la percentuale sale al 85%, tranne che per le vendemmie tardive, dove si deve arrivare al 95% e il passito e lo spumante dolce, che prevede la stessa percentuale di Moscato d'Alessandria, qui detto Zibibbo. Per quel che riguarda invece lo spumante generico si deve utilizzare almeno il 70% di Chardonnay. La zona di produzione è limitata ai soli comuni di Castellamare del Golfo, Buseto, Valderice, Palizzolo, Trapani, Erice e Custonaci.

Le rese massime autorizzate oscillano tra le 9 e le 11 tonnellate per ettaro esclusi i passiti che devono avere rese massime di 6 tonnellate per ettaro. Lo spumante si può produrre solo in autoclave.

I vini sono generalmente di colore paglierino, con sfumature verdognole, tranne per i passiti che hanno colori dorati. I profumi sono delicati, più fruttati negli Chardonnay e nei Sauvignon, più aromatici nei Thurgau e nei Moscato. Per il Bianco si possono abbinare gli spaghetti con le sarde, le grigliate di pesce e il tonno con cipolle, mentre il Catarratto preferisce abbinamenti più saporiti con risotti ai frutti di mare, anguille e fritti di pesce. Anche lo Chardonnay si abbina bene con piatti saporiti quali le cozze e gli spaghetti alle vongole, mentre con il Grecanico si preferiscono gli spaghetti alla marinara e le triglie al cartoccio. La zuppa di cozze, l'anguilla marinata e gli spaghetti si accostano al Müller Thurgau, e anche il Sauvignon gradisce piatti saporiti come risotti ai frutti di mare e salmoni affumicati. Per i passiti e le vendemmie tardive invece servono sapori forti o dolci, come i formaggi erborinati o i salumi piccanti, o la pasticceria tipica siciliana alla ricotta o quella secca. Anche lo spumante va bene con i crostacei, i frutti di mare e i molluschi, o servito con riso al nero di seppia o in aperitivo.


Le aziende

L'Erice Doc è una denominazione molto dinamica, ma vista la sua relativa giovinezza, ancora non ha sviluppato la necessaria notorietà a livello nazionale. L'intraprendenza dei suoi viticoltori la porrà presto a buoni livelli, con la possibilità anche di acquistare i prodotti in tutto il territorio italiano. Tra le aziende, l'Azienda Agricola San Bernardo vinifica lo spumante brut con metodo classico, da accompagnare ai crostacei o ai molluschi, magari con i crudi di mare tanto apprezzati nell'isola.



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