Le forme di allevamento della vite

Cosa sono

Per forme di allevamento della vite si intendono i processi antropologici di intervento sulla vite durante la sua crescita in modo da indirizzarla verso produzioni programmate atte ad ottenere i risultati prefissati per la successiva produzione del vino.

Le forme d'allevamento sono attuate tramite potature di diversa natura che si adattano non solo alla produzione ma anche alla varietà di uva. Più in generale, le forme di allevamento riguardano tutti i processi di coltivazione attuati dall'uomo per modificare, in modo del tutto naturale, la crescita della pianta affinché si riesca ad ottenere le caratteristiche desiderate.

Le forme d'allevamento più praticate e comuni sono il Guyot, la pergola, il cordone speronato, l'alberello e il tendone.

Ognuna di queste forme di allevamento deve essere praticata a seconda della varietà della vite, delle condizioni climatiche, della fertilità del terreno, delle rese che si vogliono ottenere e delle qualità prefissate dal vinificatore. Tra i diversi fattori, quello climatico è il più importante nella scelta della forma d'allevamento, seguito dalla fertilità del terreno.

Generalmente nei vigneti i frutti si sviluppano sui tralci le cui gemme sono state preparate l'anno precedente, detti sperone quando hanno ancora la funzione di preparatori di gemme per l'anno seguente. Quindi il viticoltore deve agire in modo da preparare le gemme per l'anno successivo, quando da queste scaturirà la fioritura e i successivi grappoli. Quindi la potatura tenderà ad eliminare tutti i tralci tranne quello preparato l'anno precedente per la vendemmia attuale, e un tralcio selezionato come il migliore, che preparerà le gemme per l'anno successivo. Il tralcio fruttificato poi verrà eliminato dopo la vendemmia, mentre in primavera si effettua la scelta del tralcio migliore per l'anno venturo. In questo modo ogni ceppo ha in genere un tralcio con sei gemme e uno sperone con due gemme. Dalle due gemme sullo sperone avremo quindi una che diventerà il trancio fruttifero dell'anno successivo, e l'altra lo sperone per ricominciare il processo vegetativo. La vite quindi fruttifica sempre da tralci che hanno un anno di età derivati dagli speroni. Queste sono le regole base delle forme d'allevamento, generalmente identificate nel Guyot, ma ci sono anche forme diverse.

lavori sui tralci

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Il Guyot

Lo schema del Guyot Questa è la forma dall'allevamento più praticata e più adattabile alle molte varietà di vite presenti sul pianeta, perché garantisce una buona qualità e delle alte rese, anche con terreni poco esposti e fertili con scarsa aerazione.

È una tecnica di potatura mista, e si differenzia in due tipologie diverse, quella detta Guyot semplice e quella detta Guyot doppio.

È estremamente semplice e garantisce vigneti arieggiati grazie alla struttura a filari larghi. Con il Guyot, si potano i ceppi, generalmente di un metro d'altezza, lasciando un tralcio e uno sperone nel caso del Guyot semplice, mentre con il doppio Guyot sono due i tralci lasciati sul ceppo.


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Il cordone speronato

Questa forma di allevamento è un tipo di potatura simile al Guyot, sia semplice che doppio, con la differenza che i tralci fruttiferi vengono utilizzati dai quattro ai cinque anni prima di essere eliminati. Il lavoro annuale di potatura quindi, riguarderà in questo arco di tempo solo lo sperone, in modo da averne uno nuovo all'anno. Per questa operazione si effettua una potatura corta, in modo da compensare la crescita quinquennale del tralcio.


Il tendone

Il sistema a tendone viene utilizzato soprattutto in Puglia, sua terra d'origine nel 1922, per la coltivazione di uve destinate al vino da tavola, perché garantisce ottimi risultati in condizioni di siccità e clima molto caldo, come è appunto quello pugliese.

Il nome è dovuto al fatto che tramite dei pali conficcati nel terreno di circa 2 metri e collegati all'estremità superiore tramite dei fili metallici, si crea una struttura che ricorda lo scheletro di un tendone. I ceppi fra loro sono tenuti a distanze maggiori, in modo da separare quella che è la parete vegetativa, ovvero il fogliame, dalla parte fruttifera, per ottenere la migliore esposizione solare sulle foglie, dove si sviluppano i processi di fotosintesi che poi daranno come uno dei risultati chimici la produzione di zuccheri negli acini, e una protezione dei grappoli dal sole cocente sotto il fogliame. Le calde temperature risolvono naturalmente il problema del marciume che si potrebbe avere tenendo i grappoli all'ombra. Questa tecnica inoltre permette l'irrigazione a goccia dall'alto. La potatura viene quindi effettuata sul fogliame per indirizzarlo solo in alto, e poi sui ceppi, dove si possono lasciare fino a quattro tralci, dato che l'esposizione solare permette alle foglie una grossa produzione di zuccheri per fotosintesi.


L'alberello

Anche questa forma di allevamento è comune nei climi secchi e caldi del sud ma offre ottimi risultati anche in climi molto rigidi, e consiste nel mantenere una parete vegetativa ridotta per difendere la pianta dall'aridità dovuta sia al caldo che al freddo. Si tiene la pianta molto bassa, ma con quattro tralci per ceppo, in modo da garantire una certa produttività e qualità, mentre le ridotte dimensioni garantiscono una minore dispersione del nutrimento e dell'energia necessaria alla pianta.


Le forme di allevamento della vite: La pergola

La pergola è la forma d'allevamento studiata per i climi freddi delle colline settentrionali. Consiste in una potatura che indirizza i tralci verso una inclinazione obliqua in odo da formare delle specie di tettoie inclinate dal basso verso l'alto per permettere alla pianta di ricevere, nei sui tralci fruttiferi, la migliore esposizione solare. Esistono molte varianti di questa forma di allevamento, tutte effettuate a fine inverno con l'ausilio di imponenti strutture di sostegno.


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